9 mar 2010

Yin, Yang e Shiatsu: la mia scelta di vita.


Yin e Yang

L’aspetto della medicina tradizionale cinese che ha suscitato in me un profondo cambiamento è la bipolarità dell’energia Yin-Yang.

Yin è l’energia della terra, che si eleva dal basso verso il cielo, che si espande dal centro alla periferia (centrifuga); Yang è l’energia del cielo che scende verso il basso, schiacciando al suolo (forza di gravità), e che comprime verso il centro (centripeta).
L’alternarsi di queste energie muove tutte le cose.

Il concetto fondamentale è che la vita è movimento: ad ogni azione corrisponde una reazione opposta, che permette di mantenere l’equilibrio e l’armonia; al giorno segue la notte, all’euforia seguono i momenti di riflessione, alla nascita di un uomo segue la sua morte.

È impossibile inspirare all’infinito senza rilasciare l’aria, il nostro cuore non può restare solo contratto o rilassato, ne conseguirebbe la cessazione della vita.

Ciò che mi stupisce è come ormai mi viene spontaneo ragionare in termini di Yin e Yang su tantissime cose, e come questa teoria mi aiuta a ragionare su ciò che mi accade intorno; è solo una chiave di lettura della realtà, ovviamente, eppure si avvicina molto alle verità che percepisco, e penso che sarà difficile smettere di vedere lo Yin e lo Yang nel mondo che mi circonda.

Io e lo Shiatsu

Quando ho iniziato a studiare shiatsu, più di 4 anni fa, ero molto affascinato da questa pratica e, seguendo le lezioni, ero davvero molto entusiasta di approfondire la cultura orientale.

Il primo anno ero molto confuso, le nozioni tecniche che ricevevo erano molteplici, e quando avevo un ricevente da trattare andavo un po’ in panico: “e se sbaglio il meridiano?”, mi ripetevo a mente, distraendomi dal ricevente stesso.
Ricordo che applicavo in modo meccanico le mie pressioni, nonostante avessi già una certa predisposizione al contato col prossimo.

Per vari motivi saltai 1 anno di corso; eppure, durante l’anno di assenza e lontananza dalla scuola, è accaduto “qualcosa” in me, qualcosa che mi avrebbe legato in modo indissolubile allo shiatsu. Continuavo a studiarne la teoria, infatti avevo conservato tutti i miei appunti, e continuavo a fare i trattamenti ai miei amici.

Sentivo che quella era la via giusta per me.

Quando ho ripreso il corso professionale, il mio approccio con questa tecnica è cambiato totalmente; innanzitutto lo sentivo come qualcosa di “familiare”, e questa era una gran differenza rispetto alla confusione del primo anno.
Ho cominciato, poi, ad eseguire le pressioni in modo meno meccanico, cercando di sentire in modo spontaneo il percorso del meridiano da seguire.

“Perché schiaccio questo punto?”, “Perché seguo questo percorso?”, “Come penso si stia sentendo il mio ricevente in questo esatto momento?”, sono tutte domande che ho cominciato a farmi, spontaneamente, mettendo molta più concentrazione e più energia in ciò che facevo.
Senza l’impulso giusto, è complicato fare uno shiatsu di buona qualità.

Mi rendo conto che il percorso che mi porterà ad essere un buon shiatsuka potrebbe durare una vita intera, e sono convinto di aver preso il sentiero giusto.
Quello stesso sentiero che la filosofia cinese definisce Tao, ovvero l’infinito alternarsi dello Yin e dello Yang.

7 mar 2010

ORIGINE DELLA CERIMONIA DEL PEYOTE

Si narra che i Lipan siano stati la prima popolazione che abbia conosciuto i poteri benefici del Peyote.
In particolare si narra che un Lipan di una cinquantina d'anni fosse molto preoccupato per le condizioni del suo popolo decimato da malattie sconosciute. Dato che non veniva trovata nessuna medicina in grado di guarire, l'uomo molto desideroso di aiutare la sua gente, comincio' a cercare qualcosa che avrebbe potuto fare del bene.
Prego' tutte le piante che pensava potesero essere d'aiuto finchè giunse in un luogo dove crescevano molte piantine di Peyote. Le piantine avevano dei fiori molto belli. Il Lipan si fermo' in mezzo a loro e disse: "Come siete belli. Nella vostra bellezza sarà sicuramente racchiuso del potere". E detto questo si mise a pregare.
Poi continuo':"Vorrei tanto che il mio popolo fosse bello e robusto come voi. Siete la cosa piu' bella che io abbia mai visto. Mi piacerebbe tanto sentire la vostra voce".
Imploro' cosi' tanto le piantine che alla fine una di loro disse:"Sì, strappami pure e portami a casa. Poi erigi una tenda verso est e potrai consumarmi assieme a tutti coloro che saranno interessati a farlo".
Ritorno' velocemente a casa e purtoppo vide che il suo popolo continuava a morire. Allora invito' alla sua tenda il capo del villaggio e tutta la popolazione per trasmettere gli insegnamenti ricevuti dalla piantina di Peyote. Poi fece esattamente quello che gli era sto detto. Si ricordo' di mettere al centro della tenda il bottone di Peyote, di parlargli e di pregarlo.
Poi ne diede a tutti coloro che desideravano consumarlo. Dato che non ne aveva molto, penso' che non sarebbe stato sufficiente per tutti quanti, ma con sua grande meraviglia, la quanità di peyote non diminuiva, per quanto continuasse a distribuirne.
Alla fine dell'incontro tuti si sentivano bene e le malattie sconosciute scomparvero. E' per questo che i Lipan cominciarono a credere nel Peyote.
Da allora e fino ai nostri giorni la "cerimonia del Peyote" si tiene in questo modo.
Tratto da: Fiabe dei Nativi Americani, Miti e racconti

24 feb 2010

DO-IN

Il DO-IN che significa letteralmente, “immissione nel proprio sé fisico e spirituale di forze esterne” o “verso la via”, e' un’antica disciplina orientale nata oltre 5.000 anni fa che aveva lo scopo di promuovere la salute con l'unità di mente-corpo-spirito, il ringiovanimento e la longevità.
Unisce movimento, meditazione, auto massaggio, teoria shiatsu dei meridiani/tsubo, esercizi di respirazione e esercizi di energia Chi in accordo con i ritmi e le leggi della natura.
Il Do-In ti aiuta a diventare piu' consapevole della tua energia interiore ed e' il miglior modo per lavorare sulla propria salute, con movimenti lenti e semplici che allentano lo stress e le tensioni, ripristinano il flusso energetico.
In Oriente, ancora oggi è utilizzato dai Monaci Buddisti zen come mezzo fondamentale per preservare la buona salute.

22 feb 2010

LA TRIBU'

Il gruppo sociale più importante per gli indiani era la tribù. Ad essa appartenevano persone che discendevano da un unico ceppo familiare, parlavano lo stesso dialetto ed occupavano un comune territorio. Gli indiani non avevano il concetto di "patria" come lo abbiamo noi, cioè legato ad un territorio che appartiene di diritto ad un popolo con dei confini fissi e ben precisi, ma definivano "territorio della tribù" qualsiasi luogo nel quale vivevano per periodi + o - lunghi.La terra per gli indiani era una ricchezza, perché in essa era diffusa la potenza del Wakan Tanka, (Grande Spirito), ma di essa nessuno poteva considerarsi "padrone". Quando la selvaggina veniva a mancare o la terra non era più fertile, la tribù si spostava su un altro territorio libero. La tribù era formata da più clan o gruppi familiari e governata da un "capo" villaggio che aveva il compito di dirigere e organizzare la vita nel villaggio. Il personaggio più rispettato era lo stregone o "UOMO DI MEDICINA" (nella figura accanto i simboli che porta l'uomo della medicina, guardare al capitolo L'uomo della medicina il compito di attirare la ) esso aveva benevolenza degli spiriti, interpretare i sogni, curare gli ammalati. Il "consiglio" era formato dal capo, dai capi dei clan e delle "società" e dai giovani considerati valorosi e saggi. Questo consiglio si riuniva in genere nel centro del villaggio attorno al "fuoco del campo" che era il centro della vita sociale della tribù. Ogni anno, regolarmente, i capi di diverse tribù si incontravano in un luogo precedentemente stabilito, per discutere su interessi comuni, instaurare o riconfermare alleanze e delimitare dei territori di caccia.
OGNUNO HA IL SUO POSTO NELLA TRIBU' La vita di una tribù aveva bisogno di una stretta e ordinata collaborazione tra i suoi membri, ognuno perciò doveva conoscere i suoi compiti. Tutti avevano un compito da svolgere: le donne si occupavano dei lavori domestici, gli uomini della caccia, i bambini badavano i cavalli e i vecchi tramandavano storie ai più piccoli. Nessun lavoro era considerato servile o veniva meno stimato di un altro. Quando c'erano delle difficoltà, ognuno faceva qualcosa per aiutare. In guerra andavano tutti gli uomini più validi ed anche i ragazzi, tutti però partecipavano apportando il proprio contributo.
IL CONSIGLIO DELLA TRIBU' Il capo tribù e i capi dei clan erano i componenti del consiglio. Al consiglio potevano partecipare anche i giovani, però soltanto quelli che si erano distinti per il coraggio e la saggezza. Il consiglio aveva il compito di stabilire le leggi, allacciare alleanze e decidere le guerre. I partecipanti si collocavano in cerchio attorno al fuoco. Questa disposizione aveva due significati: l'unità della tribù e l'uguaglianza tra i membri del consiglio. Ciascuno dei membri poteva esprimere il proprio parere e si cercava di arrivare ad un accordo. (http://utenti.multimania.it/davideborghi/iltepee.htm#2)

21 feb 2010

Il villaggio dei Sioux


Nel Villaggio dei Sioux le famiglie dello stesso Clan disponevano le proprie tende in cerchio. In mezzo centro c'era la tenda del consiglio verso il quale tutte le tende avevano l'apertura. Ogni Clan aveva nel villaggio il suo posto fisso rispetto all'ingresso dell'accampamento che era sempre rivolto verso oriente. Questa disposizione non veniva rispettata quando la tribù era sul sentiero di guerra.
ORGANIZZAZIONE SOCIALE I Nativi delle pianure erano popolazioni che vivevano in armonia con l'ambiente che li circondava, rispettando l'alternarsi delle stagioni e la natura. Ogni nazione indiana era suddivisa in piccole band o clan che potevano essere formati da gruppi familiari allargati o da gruppi senza essere parenti tra loro. In genere questi clan si riunivano in autunno per le cacce al bisonte e in estate per la danza del sole che facevano ogni anno. Ogni gruppo viveva nel tepee. La vita sociale si basava su: · RISPETTO RECIPROCO · GENEROSITA' · GIUSTIZIA · LEALTA'
Le leggi erano osservate scrupolosamente, soprattutto nei momenti più importanti come la caccia, la guerra e i riti. Spettava alle varie "società" (=gruppi formati all'interno di uno stesso villaggio) il compito di fare rispettare queste leggi. Il potere infatti non era soltanto del capo- tribù ma veniva diviso fra le persone più valorose che partecipavano anche a tutte le decisioni che interessavano la comunità.
(Fonte: Il Tepee)

Reiki


Mikao Usui da onoreiki La vera felicità è la buona salute fisica, mentale, emozionale e spirituale."Rev. Inamoto Hyakuten(fondatore del metodo Komyo Reiki).
La forza vitale è calore ed energia emanata dal corpo. In India, questa forza viene chiamata Prana, in Cina Ch'i ed in Giappone Ki. Con l'apertura dei canali energetici del corpo, una persona acquisisce la capacità di riequilibrare il Ki: si collega all'energia universale, diventando così esso stesso un elemento che la veicola. Reiki è la capacità di riunire la forza vitale del corpo con l'energia universale dalla quale deriva.
Una volta appresa, ti basterà appoggiare le mani perchè l'energia del Reiki inizi a scorrere ed cominci a riequilibrare la forza vitale di chi la riceve.
La prima sensazione sarà quella del calore, poi Ingresso del primo TempioMonte Kurama - Kyoto - Giappone la distensione, ed in fine quella del sollievo. Grazie al reiki è possibile superare tutti i problemi che derivano da blocchi energetici. Reiki è amore, non ha controindicazioni.Reiki è amore per il proprio spirito ed il proprio corpo.
Reiki è amore per chi ci circonda, agiamo positivamente sia su noi stessi che sugli altri. Reiki è amore per la natura, ci riunisce con essa. Oggi è possibile conoscere l'insegnamento più puro e vicino vicino al metodo originario di Mikao Usui grazie a Komyo Reiki Kai Italia, l'Associazione che ho fondato per garantire che la disciplina rimanesse inalterata e per permettere a tutti di ricevere gli stessi insegnamenti che ho ricevuto in Giappone dal Rev. Inamoto.

20 feb 2010

Io sono Lontra, Patty

Ciao sono Patty, ho preso la Maturità in Arte Applicata e mi sono specializzata in Ceramica, ho poi sposato il progetto pilota “Diversi ma insieme” rivolto agli extra – comunitari presenti sul territorio collaborando come Grafica Pubblicitaria. Successivamente ho ideato e coordinato eventi musicali quali “Celtic Colors Festival” musica celtica a Soiano del Lago e “Terre Ritmi Suoni “- rassegna internazionale di musica dei popoli a Palazzolo s/O. Ho vissuto una grande esperienza come insegnante di arte applicata nel Progetto di cooperazione internazionale in Teresina – Piaui – Brasile finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e coordinato un percorso creativo della scuola d'infanzia "A.M. Borghese".Oggi sono decoratrice d'interni e d'arredo sono anche una persona sempre sorridente, mi piace giocare con i bimbi e a loro piace giocare con me.

19 feb 2010

Fiabe e leggende Indiane

La scimmia e la tartaruga
Compare Tartaruga si annoiava da morire: i giorni passavano sempre uguali.
Il mare si estendeva all'infinito, le onde succedevano alle onde. Nessuno veniva mai a rallegrare la sua vita monotona, tranne qualche volta una balena o un gruppo di delfini, che passavano in lontananza, al largo dell'isola.
Un giorno, scorse una scimmia che si rimpinzava di banane. "Perché cercare un amico nel mare?" pensò la tartaruga. "Compare Scimmia sembra un compagno ideale, certamente più simpatico di un granchio!". "Buongiorno Compare Scimmia! Vorresti essere mio amico?" "Buongiorno Compare Tartaruga! Certamente!".

Da quel giorno trascorsero insieme tutto il loro tempo; la tartaruga non si era mai divertita tanto.
Un giorno la scimmia la invitò ad assaggiare le banane. Un altro, le disse: "Vieni, ti insegnerò ad arrampicarti sugli alberi!". La sera, Compare Scimmia raccontò alla moglie: "Ah! Come mi sono divertito! Avresti dovuto vederlo mentre si arrampicava su un albero! Compare Tartaruga è il mio migliore amico!".
Anche Compare Tartaruga disse alla moglie: "Che amico meraviglioso! Come mi annoiavo prima di conoscerlo!". Ma Comare Tartaruga non condivideva la sua gioia e pensava: "Mio marito sta sempre con il suo nuovo amico. Devo sbarazzarmi di questa maledetta scimmia!".

Una sera, Compare Tartaruga trovò la moglie a letto.
"Sei malata?". "Sì, molto malata; il dottore ha detto che sto per morire e che l'unico modo per salvarmi è mangiare il cuore di una scimmia!". "Il cuore di una scimmia! Ma dove potrò trovarlo? L'unica scimmia che conosco è il mio amico!". "Allora, non mi resta che morire!" disse Comare Tartaruga con voce fioca. Compare Tartaruga era disperato.
Rifletté a lungo e infine decise che avrebbe sacrificato il suo amico.
Lentamente, si diresse verso la casa di Compare Scimmia. "Buongiorno, Compare Tartaruga! Che piacere rivederti! Qual buon vento ti porta?". "Mia moglie vorrebbe invitarti a cena questa sera, verrai?". "Certo, volentieri!".
La scimmia seguì allegramente il suo amico fino in riva al mare, ma non poteva continuare non sapendo nuotare. "Sali sul mio guscio! - gli disse la tartaruga - Ti porterò io!". La scimmia si aggrappò al guscio lasciandosi trasportare tra le onde.
Avrebbe voluto chiacchierare ma l'altro non rispondeva: "Mi sembri molto triste e silenzioso! Cosa ti è successo? Racconta: farei qualsiasi cosa per te!". "Ah, amico mio - finì per confessare Compare Tartaruga - c'è solo un sistema per salvare mia moglie, e cioè che tu mi dia il tuo cuore!".

"Ahi! - pensò la scimmia - "ho detto qualsiasi cosa, ma c'è un limite a tutto! Come faccio a risolvere la situazione? Compare Tartaruga può farmi annegare da un omento all'altro!".

D'improvviso, si colpì la fronte. "E' terribile! Ti darei volentieri il mio cuore, ma dobbiamo tornare indietro a prenderlo!". "Il tuo cuore non si trova nel tuo petto?". "Come? - esclamò la scimmia - Non sai che le scimmie lasciano il cuore in una brocca, accanto alla loro casa, prima di intraprendere un viaggio?".
La tartaruga si fermò e disse: "Ma come facciamo?". "È molto semplice! Riportami sull'isola e andrò a prendere il mio cuore!".
La tartaruga tornò indietro, la scimmia saltò sulla riva e si arrampicò rapida su un albero. "Uff! Sono salvo! Mi hai spaventato!". "Ma - gridò la tartaruga - e il cuore che mi hai promesso?".
"Il cuore? Non sei abbastanza furbo, Compare Tartaruga.
Batte nel mio petto, naturalmente, e ci tengo molto! Addio!". Compare Tartaruga ritornò triste a casa: aveva perso un amico, ma ebbe almeno la consolazione di veder guarita la moglie. (Leggenda indiana)

18 feb 2010

Il cerchio Sacro

 La ruota di medicina degli indiani d'america - the medicine wheel - Scritto da Bluindian.

Per gli Indiani delle Grandi Pianure molti erano gli oggetti sacri tra questi disegni canzoni simboli cosmici numeri nonchè i singoli componenti delle “medicine personali”.
La più sacra però tra tutte le cose quella che rivestiva un significato di particolare importanza era il cerchio sacro manifestazione di tutte le forze cosmiche, come il samsara indiano od il tao cinese.

Medicina nelle varie lingue e dialetti dei nativi americani ha un significato molto vasto che vuole simboleggiare tutto quello che c’è di buono, che ha spirito, che ha cuore.
Francis La Fleche, un etnologo appartenente alla tribù degli Osage-Sioux ha descritto così il potere, la “medicina” insita in tutte le cose:
«Ogni essere vivente è wakan. Wakan è ogni cosa che possegga un potere, sia esso attivo come quello del vento o quello che spinge le nuvole, oppure passivo, di resistenza, di sopportazione, come quello dei ciottoli che si trovano lungo le strade.
Persino il bastone o la pietra più insignificanti hanno una particolare essenza spirituale che viene immaginata come manifestazione di quel potere misterioso che penetra in ogni cosa, che informa di sé l’intero universo».

Così dalle ere più antichi, il cui ricordo è nascosto tra le trame sottili del tempo, gli uomini cercarono di assicurarsi questi poteri, queste formidabili forze.
Per gli indiani delle praterie fondamentale era cercarsi un proprio spirito protettore, che si poteva manifestare durante un digiuno nel deserto o durante la meditazione sulla cima di una montagna; che poteva mostrarsi nel sonno come nella veglia, attraverso una visione o anche sotto la forma di un evento naturale.
Questi “spiriti guardiani” fornivano ai loro protetti consigli o li istruivano nella fabbricazione di “medicine” particolarmente potenti.

Secondo la tradizione degli indiani d’America, agli albori della creazione, da che Wakan Tanka, il Grande Spirito, mise mano alla creazione dell’universo, la terra fu abitata da altri esseri primogeniti, dotati di una duplice natura: quella di uomini ed animali.
Dopo l’avvento degli uomini, dei secondogeniti, questi esseri leggendari, dotati della capacità di assumere forma umana a loro piacimento, si ritirarono nei boschi e nelle acque, nascosti là dove gli occhi di nessun mortale poteva scorgerli, in luoghi celati dove solo pochi uomini privilegiati potevano visitarli (una leggenda questa che riporta molto da vicino ciò che è narrato dalle leggende del Nord-Europa riguardo agli elfi, nonchè dal trattato che Paracelso scrisse sugli “esseri elementali”: il Liber de Nymphis).

Il cerchio sacro ed il suo potere sono i presupposti fondamentali su cui si basa la “ruota di medicina”, una sorta di cerchio magico che, normalmente realizzata con delle piccole pietre o con dei ciottoli, racchiude in sè tutti i principi dell’universo e rappresenta con questi gli infiniti elementi che lo compongono.

Normalmente la ruota è suddivisa in quattro quadranti (a loro volta anch’essi suddivisi), ognuno dei quali vuole rappresentare i quattro principi basilari di cui l’universo si compone (rispettivamente, partendo dal sud, acqua, terra, aria e fuoco) nonchè gli spiriti, gli animali e i punti cardinali che a questi principi sono legati:
il nord, a cui è associato il colore bianco e da cui “proviene il grande vento bianco che purifica”, è il luogo dove abita il gigante Waziah; al sud è associato il colore giallo e da esso giunge l’estate ed il potere che fa crescere, qui vive il Cigno Bianco che attende alla vita di tutti i popoli dell’universo; ad ovest, dove vivono gli esseri del tuono che mandano la pioggia e dove il sole tramonta vi è il colore nero: qui abita Wakinian-Tanka, il grande Uccello del Tuono dell’Ovest, “in una capanna in cima ad un monte al confine del mondo dove il sole tramonta”; ad est vi è invece il rosso, poichè qui vive la “Stella del Mattino” per dare la saggezza agli uomini ed il suo simbolo è l’aquila, Huntka, l’animale che tutto vede.

Il centro del cerchio rappresenta l’albero sacro che unisce il cielo alla terra: è “l’albero del mondo, il cui tronco - che è anche la colonna del sole, il palo del sacrificio e l’axis mundi - ergendosi dall’altare all’omphalos della terra varca la porta del mondo e ramifica sopra il tetto del mondo; come il ramo inesistente (cioè che non si è manifestato) che i parenti lassù chiamano il Superno” (K.A.Coomaraswamy, Svayamatrna: Janua Coeli, Zalmoxis).

17 feb 2010

..ed io sono Rò..

Ciao, il mio percorso di crescita, che durerà tutta la vita, ha toccato diversi aspetti di me. È così che sono passato dalle arti marziali (Karate), al teatro, per poi approdare allo shiatsu.

Il corso di teatro più importante che ho fatto è stato presso la "LimeLight Theatre Company", in cui ho lavorato su me stesso grazie al metodo Stanislavskji.

Per quanto riguarda lo shiatsu, ho frequentato un corso triennale professionale presso la "Scuola Internazionale di Shiatsu" di Milano.
Dato che sono interessato alle varie forme di comunicazione, ho anche partecipato ad un corso di comunicazione presso l'azienda "Summit", sempre nella capitale lombarda Milano.
Sullo stesso tema, l’esperienza in assoluto più costruttiva che ho fatto è stata come insegnante di comunicazione per il progetto "Supporti per le aziende", promosso dalla ConfCooperative di Cremona; il corso era rivolto a persone con difficoltà psico-fisiche, che stavano per affacciarsi al mondo del lavoro o volevano re-integrarsi dopo lunghe pause dovute a problemi personali.

Scrivo su diversi blog, suono, disegno, faccio trattamenti shiatsu.. in poche parole, esprimo me stesso in tutte le forme possibili !

Mi racconto - Anto

Corrispondente in Lingue estere, sono sempre stata attratta dal teatro e quindi ho iniziato a frequentari vari corsi. Il primo di due anni alla scuola di teatro e mimo "Quelli di Grock" di Milano, poi ho approfondito la tecnica dell´improvvisazione presso la LIIT, Lega Italiana Improvvisazione teatrale Match ed ho affinato l´utilizzo della voce con un corso d´ "impostazione teatrale della voce" con Marzia Manoni (attrice/vocalist e studiosa di canto popolare, insegnante di Tecnica e Laboratorio Vocale). Mi piace giocare con la voce creando personaggi, leggere storie modificandola a seconda di chi divento. Sono poi riuscita a concentrare la mia energia fuoco dedicandomi all'organizzazione di eventi a scopo sociale amalgamando argomenti forti con l'arte e la creativita'. I più significativi per me sono stati "Italia Imbavagliata" - dove per la prima volta a Milano si è parlato di censura a circa 3000 persone (Teatro Carcano di Milano) - e Breakthemafia - dove l'argomento "mafia" trattato da persone di "Prima Linea" ha trovato modo di esprimersi anche con il ballo, la break dance - (Teatro Carcano di Milano e Dehon di Bologna). Il mio percorso personale ha visto anche due anni intensi di Bioenergetica con Freddy Torta e un anno di interpretazione Junghiana dei sogni con la Dott.ssa Eleonora Armani. Questa esperienza mi ha lasciato la curiosità di approfondire i miei sogni e di ascoltare anche quelli di altre persone. Mi piace poter umilmente trasmettere le mie senzazioni e visioni a chi mi racconta i propri sogni. Anche se riporto qui cosa diceva Jung in proposito:"… la vera e propria interpretazione del sogno, è di regola un compito arduo. Essa presuppone penetrazione psicologica, capacità di combinare insieme cose diverse, intuizione, conoscenza del mondo e degli uomini e soprattutto conoscenze specifiche che implicano tanto nozioni assai estese quanto una certa "intelligence du coeur".Bisogna respingere l'interpretazione stereotipa di motivi onirici; gli unici giustificati sono significati specifici, deducibili attraverso accurati rilevamenti contestuali. Anche chi possiede una grande esperienza in questo settore è pur sempre costretto a riconoscere la propria ignoranza dinanzi ad ogni sogno e, rinunciando a tutte le opinioni preconcette, a predisporsi a un qualcosa di completamente inatteso...". Ho frequentato il primo anno della scuola di Shiatzu, poi a causa di alcuni avvenimenti particolari sono stata costretta ad abbandonarla e poichè nulla accade per caso questo ha fatto sì che mi avvicinassi ad un altro modo di aiutarsi e aiutare gli altri.
La forza vitale che è calore ed energia emanata dal corpo, in India viene chiamata Prana, in Cina Ch'i ed in Giappone Ki. Con l'apertura dei canali energetici del corpo, una persona acquisisce la capacità di riequilibrare il Ki: si collega all'energia universale, diventando così esso stesso un elemento che la veicola. Reiki è la capacità di riunire la forza vitale del corpo con l'energia universale dalla quale deriva. Così recentemente ho deciso di prendere il Reiki (pubblicherò presto maggiori approfondimenti) e sarò onorata di offrirlo a chiunque lo desiderasse.

10 feb 2010

Nel Vento di Ander

Siamo tutti consapevoli dei gesti
che accompagnano il nostro quotidiano?
Ciao siamo Anto, Roby e Patty, ci siamo incontrati con esperienze diverse e desideri comuni. Abbiamo esplorato culture di popoli dimenticati e sperimentato la fusione di molteplici discipline immergendoci nella natura e nei colori del Lago di Garda.
Ti vogliamo proporre la stessa entusiasmante esperienza con una serie di "fine settimana olistici" (sabato e domenica), durante i quali fonderemo tecniche di tipo teatrale e artistico a tecniche e filosofie della medicina tradizionale cinese (Shiatzu, Reiki, I-Ching, Do-In), per condurti dolcemente nel tuo mondo interiore.
Sarà divertente anche gustare insieme i cibi biologici del luogo e, alla sera, raccontarci intorno al fuoco sacro storie e poesie di popoli di terre lontane, che accompagneranno il nostro sonno.
“Nel Vento di Ander” inizia quindi con il primo livello in data 17 e 18 Aprile 2010 presso lo spazio “Location Aquarius” in Via dell’Era sn – Gaino di Toscolano Maderno (BS) (visita lo spazio MySpace cliccando QUI), tra ninfee, carpe, fiori, olivi e boschi del Lago di Garda.
Lo spazio fornisce cucina, bagno con ampia doccia e acqua calda, area movimento, salottino, materassini a terra per dormire, giardino e tanto relax.
Programma delle due giornate
Sabato 17 Aprile 2010
  • 8.30: Accoglienza e Presentazione - Anto, Roby e Patty;
  • 9.00-11.30:L'Io nello spazio”, consapevolezza dello spazio e del corpo - Roby;
  • 11.30–14.00: Pranzo - Sperimenteremo la preparazione dei cibi e li gusteremo insieme;
  • 14.00–18.00:Emozioni attraverso l’azione”, scopriamo la nostra emotività con tecniche ed improvvisazioni teatrali - Roby;
  • 18.00-19.30: Momento in libertà;
  • 19.30 Cena;
  • 21.30: Viaggio nel cerchio dei popoli e culture di terre lontane. In questo incontro entreremo nel cuore degli Indiani nativi d’America - Anto;
  • 23.00 Tutti a nanna.
Domenica 18 Aprile 2010
  • 7.30: Risveglio;
  • 8.00: "Do-In", risvegliamo il nostro corpo per iniziare la giornata con la giusta energia;
  • 8.30: Colazione;
  • 9.30: “Nei colori della Natura”, passeggiata nella rigogliosa natura del lago di Garda - Patty;
  • 11.30: Rientro - Momento in libertà;
  • 13.00: Pranzo;
  • 14.30: “Sentire i colori” (Acquarello) – Adagiamo sul foglio cio’ che abbiamo avvertito in Natura - Patty;
  • 16.00: "Mantra dell' OM", è il nostro saluto - Anto, Roby e Patty.
Promozione: la domenica mattina in alternativa alla passeggiata offriamo gratuitamente un massaggio personale a scelta tra Shiatzu (Roby) e Reiki (Anto) - solo su prenotazione anticipata al numero 339/6307543 (tutti i giorni dopo le ore 19.00).
Con una quota di 260,00 per il 1° Livello avrai anche il materassino per il riposo, pernottamento, 2 colazioni, 2 pranzi ed 1 cena e quota associativa.
Asciugamani e accessori igiene intima non sono compresi.
Ti consigliamo di portare sacco a pelo, abbigliamento comodo (tuta), scarponcini trekking/tennis, calzettoni per le attività fisiche nello spazio interno, un telo/asciugamano grande.
In caso di pioggia - e speriamo di no :) - , porta con te k-way e ombrello.
Importante: Ti preghiamo di informarci per tempo su eventuali allergie o intolleranze.
Per le prenotazioni puoi scrivere una mail a: nelventodiander@gmail.com oppure contattare i seguenti numeri: Roby: 339/6307543 (dalle 19,30 alle 22.30); Anto: 338/4952685 (dalle 18.00 alle 20.00); Patty: 333/3007191 (dalle 18.00 alle 20.00).
Iscrizioni Il termine previsto per le iscrizioni è il 4 Aprile 2010, previo anticipo di € 50,00.- con POST PAY carta Numero 4023600578093363 Causale: Nel vento di Ander 1° Livello
p.s.: Il fine settimana verrà realizzato con un numero minimo di 15 iscrizioni.